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giovedì 8 dicembre 2011

B.


B.
Ho conosciuto B. in ufficio.  22 anni bruna, bel visetto tondo sorridente,  Capelli mossi e forti. Cominciammo a vederci dandoci appuntamento al cinema, Lei veniva con una cugina coetanea complice. Appartenevano ad una etnia arabo-cristiana e le restrizioni in famiglia erano severe. Al cinema ci tenemmo per mano per un poco e poi cominciammo a carezzarci si nascosto, come succede.
Lei con un cappottino sul grembo nascondeva la mia mano errante che le aveva tirato su la gonna e ora le carezzava le mutande. Fradice.  Mi piacque.  Di sicuro piaceva a lei e si capiva. Era impossibile vederla in pubblico, protetta e controllata dalla famiglia.  Pensai che non l’avevo mai baciata ma conoscevo la sua fighetta benissimo. In ufficio decidemmo che per vederci da soli sarebbe venuta da me, era più sicuro e si poteva usare il tempo in modo più efficace. Sabato pomeriggio, con la scusa di fare un giro ai negozi. La sua etnia la imponeva di non associarsi con altri ragazzi. Venne sabato e ci trovammo soli. Lei era vergine e doveva rimanere tale, ma la sua voglia era enorme. Ci spogliammo e andammo direttamente a letto. Lei teneva su le mutande e io non avevo nessuna intenzione di levargliele. Ma quel corpo mi faceva impazzire lo stesso ed era bello. Ci carezzavamo in tutti i modi possibili e le toccai l’inguine. Fradicio come al solito. Mi limitavo a tenerla un mano come se ne avessi preso possesso. La fica bagnata era tutta nella mia mano. Ad un certo punto dice, beh, non stare li, fai qualcosa. Voleva essere masturbata! Le dissi:: “faccio di meglio” e mi abbassai nel letto. Rimase un poco sorpresa  e fece quasi per protestare ma non sapeva cosa avessi in mente. A me il succo fica è sempre piaciuto e questa era una situazione splendida. Lei dapprima non voleva. Non aveva avuto un esperienza di questo genere, non capiva che potesse piacere ma la tranquillizzai con un : “fidati”. Misi la testa fra le sue splendide calde cosce e l’odore di fica mi investì. Era del tipo buono, dolce, gradevole. Cominciai a leccarla tutto intorno e le faceva il solletico. Con una mano le avevo afferrato da sotto le gambe per non farla muovere troppo e con l’altra ora le scostavo le mutande. La lingua si impossessò della vulva. Dapprima voleva ritrarsi ma il mio braccio la teneva ferma. Tesa, molto tesa al contatto della lingua con la sua carne la fece trasalire. Tenni la lingua distesa li senza muoverla per tranquillizzarla. La lingua aderiva alle sue labbra tenendola calda ma una lingua non sta ferma per molto. Era consapevole del contatto ma non capiva cosa sarebbe successo. Cominciai ad applicare pressioni diverse ma senza muoverla. Li si sciolse, osa sapeva che le dava piacere emise n piccolo rantolo che io presi come un via libera e piano piano cominciai muovere la lingua distesa fra il clitoride e le sua apertura vergine. Colava ora, incapace di fermarsi. La lingua diventava più audace incoraggiata da un inguine che ora si alzava ritmicamente ad incontrane la discesa. Non si svergina nessuno così ma capì che questa forma di stimolo le piaceva moltissimo. Si mosse a ritmo per un poco poi accelerando i suoi movimenti esplose. Le convulsioni la fecero contorcere e mi spingeva via la testa. Ma ero troppo forte per lei. Rimasi li a leccare quello che mi dava fino a che si calmò. Rimasi per un poco e poi risalì ad abbracciarla. Mi guardava con un sorriso. Non lo aveva mai fatto e disse che era stato bellissimo. Se vuoi lo rifacciamo, le dissi. Si, aggiunse, mi  piace, Vedi? così terrai la tua verginità e non ti privi di qualche emozione piacevole. Negli appuntamenti che seguirono facemmo altri giochi fino a che  la convinsi che c’erano altri modi di fare l’amore che non toccavano la sua sacra fica. Mi ero procurato della vaselina e con molta cautela si era fatta penetrare il culetto. Un po’ allarmata per partecipare rimase tesa, ma se piaceva a  me mi  lasciava fare. Poi l’avevo messa a pancia in giù perché quel culetto era notevole e provò il contatto di un cazzo rigido contro di sé per la prima volta, Fino ad allora si era limitata a prenderlo in mano e carezzarlo. Ora lo aveva in mezzo al culo che si sfregava su e giù. E subito partecipò al movimento venendomi incontro. Se non fosse stata vergine B. sarebbe stata un’amante naturale e gustosissima. Ma, ma , ma … Dopo averla fatta eccitare per bene  le sussurrai che se mi avesse preso dentro le sarebbe piaciuto ancora di più. Non era affatto sicura. Ma acconsentì a provare. Misi la testa dentro e cominciai a spingere. Lei si allontanò. Dai, faccio piano, stai tranquilla. Riprovo. La testa entra, lei si lamenta. Mi fermo. Poi la sento muoversi impercettibilmente verso di me. La lascio fare. Ora la spinta si sente di più. Mi dice: “dai!” spingo anche io. Hohhhh! Mi fermo. Lei sta respirando forte. Comincia a capire che le piace, anche se le sta facendo male. Si muove di nuovo piano. Sono mezzo dentro ora. E’ forte ma mi trattengo. So che se non mi muovo non arrivo all’orgasmo, anche se vorrei tanto. E’ lei che comincia a dondolare. Si sta dondolando intorno al mio cazzo con il culo puntato verso l’alto. Con ogni spinta mi accorgo che si sta rilassando. Ora spingo anche io. Sono completamente dentro ma è lei che dondola. Provo a spingere ritmicamente per vedere la reazione. Nulla. Va bene allora. Dondolo anche io. Ci incontriamo a metà. Oh B., che spettacolo il tuo splendido culo e il mio cazzo che ci sparisce dentro e le sensazioni sono meravigliose. Che bello che le piaccia questo gioco. Piace anche a me. Troppo. Ancora un affondo. La afferro ai fianchi e le mie pulsazioni la riempiono di sperma, le sente, si muove ancora e l’orgasmo prende anche lei. Sorpresa, contenta, appagata. Ci accasciamo ansimando. Rimaniamo abbracciati di fianco e attaccati ancora. Mi dice: “se non me lo avessi chiesto non ci avrei mai pensato. E’ bello così!” Beh, è colpa della tua maledetta verginità!



B.
I met B. in the office. 22 years brunette, pretty round face smiling, wavy thick hair. We began to see each other at the cinema. She used to come with an accomplice cousin. They belonged to an ethnic Arab-Christian family and the restrictions on them were severe. At the cinema we held hands for a while and then I began to touch her, as it happens.
She hid my wandering hand on her lap with a coat. Her skirt had gone up and my hand was stroking her panties now. Soaked. I liked that. She surely was enjoying it  and you could tell. It was meet that would come to me, was safer and could use time more effectively. Saturday afternoon, with the excuse to take a trip to the shops. His ethnicity required her not to associate with the boys. It was Saturday and we were alone. She was a virgin and would remain so, but his desire was huge. We undressed and went straight to bed. She held her pants up and I had no intention of taking them off. But that the body drove me crazy and it was nice. We caressed in every way possible and I touched his crotch. Wet as usual. I would just keep a hand as if I had taken possession. The pussy was all wet in my hand. At one point says, well, do not stand there, do something. He wanted to be masturbated! I said: "I do better" and I lowered the bed. He was a little surprised and almost made to protest but did not know what I had in mind. I've always liked pussy juice, and this was a wonderful situation. She initially did not want. He had had an experience like this, who could not understand the pleasure, but calmed down with a "trusted". I put my head between her thighs and the wonderful smell of hot pussy hit me. It was kind of good, sweet, pleasant. I began to lick it all around and tickled. With one hand I grabbed from under her legs to keep her from moving too much and now with the other drew back the underwear. The tongue took possession of her pussy. At first he wanted to retire but my arm was holding firm. Tense, very tense and the contact of the tongue with his flesh startled her. I kept there still without moving to calm her. The language clung to his lips, holding a warm but firm language is not for long. He was aware of the contact but did not understand what happened.
I began to apply different pressures, but without moving it. They broke up, he knew that dares to give her pleasure let out a small gasp n which I took as a green light and began slowly moving the tongue lying between the clitoris and the opening of her virgin. Poured hours, unable to stop. The language became bolder now encouraged by a groin incontrane rose rhythmically to the descent. It is not anyone like deflowers but realized that this form of stimulation she liked very much. He moved to the beat for a while then accelerating its movement exploded. The seizures made her squirm and I pushed away the head. But I was too strong for her. I was licking them what they gave me until he calmed down. I stood for a while and then went up to hug her. He looked at me with a smile. She had never done and said it was beautiful. If you want Let's make it, I told her. Yes, I said, I like, see? well you keep your virginity and you can not without some emotion pleasant. In the events that followed we had other games until I convinced her that there were other ways of making love that did not touch her sacred cunt. I had gotten the Vaseline and had done very cautiously penetrate the ass. A little 'alarmed to participate remained tense, but if you like me let me do. Then I'd put on his stomach because that ass was remarkable and he felt the contact of a hard cock against him for the first time, up to then had been limited to pick it up and caress him. Now had it in the middle of the ass rubbed up and down. And immediately he took part in the movement by coming meeting. If it was not a virgin B. would be natural and tasty mistress. But, but, but ... After making her hot she whispered to her that if she got inside she would have liked even more. It was not safe. But he agreed to try. I put my head in and started pushing. She walked away. Come on, I floor, do not worry. Try again. The head comes in, she complains. I stop. Then I feel it move imperceptibly toward me. I let her do. Now he feels the pressure more. He says: "come on!" Push myself. Hohhhh!I stop. She is breathing hard. He begins to understand that she likes, even if doing evil. It moves a revised plan. Half are in now. And 'strong but I restrain myself. I know that if I do not move can not reach orgasm, although I would love to. And 'she begins to sway. You are swinging around my cock with her ass pointing upwards. With every thrust I realize that it is relaxing. Now I push myself. They are completely inside but she is rocking. I try to push rhythmically to see the reaction. Nothing. All right then. Rocking too. We meet in the middle. B. Oh, what a show your beautiful ass and my dick disappears inside us and the feelings are wonderful. How nice that she likes this game. I love it too. Too much. Another push. He grabbed her hips and my pulse to spunk, he hears, moves, and yet she gets an orgasm. Surprise, happy, fulfilled. We collapsed panting. We remain stuck on the side and hugged again. He says: "I you hadn’t  asked  I would  have never thought. It 'so nice! "Well, it's because of your damned virginity!

mercoledì 9 novembre 2011

Dalla bambinaia

Ho forse 5 anni, capelli biondi e lunghi, occhi azzurri::  la bambola di mia madre.
Solo che ero un maschietto
Io venivo spedito alle suore, (che pena!)  e durante l'estate a una bambinaia.
Si giocava tutto il giorno. Io osservavo troppo,  fin troppo.
Una madre anziana e la figlia sui trenta passati erano le nostre bambinaie.
Noi, bambini e bambine.
Mi ricordo di essere sempre stato consapevole della attrazione che le bambine carine avevano su di me.
La madre anziana aveva l'abitudine di fare la dormitina pomeridiana, noi eravamo quasi sempre in un cortiletto antistante la casa a giocare mille giochi inventati. Li, una ragazzetta più grande ci insegnò "Va pensiero".
Spesso nei pomeriggi veniva il fabbro che lavorava di fronte che, non potendo fare rumore a quell'ora, visitava la figlia. Penso che lui fosse sposato. La visita era un po' particolare perché i due entravano in casa e chiudevano la porta che aveva vetri e tendine. Noi continuavamo a giocare noncuranti. Mica tanto! Io sapevo benissimo cosa facevano quei due. Erano le stesse cose che io volevo fare con Mariuccia ma non si poteva. La porta rimaneva chiusa per una ventina di minuti e poi si riapriva. Il fabbro se ne tornava ai suoi ferri e la signorina usciva fissandoci con un’aria ipocritamente severa..
Una volta, approfittando di un momento di disattenzione, porto  Mariuccia in un altro cortile oltre la casa da dove c’era il gabinetto esterno. Era estate, di quei giorni che ti accecano di sole, l'aria è ferma,  l'inedia frena il corpo e la mente trova viaggia. Io avevo sempre i pantaloncini corti in estate. In un baleno spingo Mariuccia nel cortiletto e l'abbraccio. Lei si cala le mutandine spontaneamente io presento dalla gamba dei pantaloncini una prepotente erezione da stecchino . Lei e io sappiamo cosa fare. Siamo in piedi e l'apposizione dura pochi secondi. Rumore alla porta, in un baleno ci mettiamo in ordine, io apro la porta e la signorina , ancora accaldata dal suo incontro amoroso, ci fissa, ci interroga sommariamente e ci informa che al gabinetto si va ad uno ad uno.
Certo.

venerdì 14 ottobre 2011

Il gioco del nascondino

<span>Succedeva sempre d'estate durante le vacanze scolastiche. I giorni erano lunghi e la sera la temperatura era piacevole, il sole tramontato lasciava il campo libero. Quel periodo fra le sette e le nove, prima di cena quando i ragazzi escono e i papà non sono ancora tornati. Accadeva che si improvvisassero i giochi. A quattordici, quindici anni il preferito era il nascondino. Sapevamo tutti il perché ma era una scusa legittima per appartarsi e far finta di giocare. Il campo da gioco erano una serie di palazzine all'interno di un grande giardino coi suoi cespugli, gli ingressi, le scale, gli ascensori e i sottoscale. Chi cercava aveva un bel da fare. Così una sera mi trovo schiacciato contro una coetanea, che mi fissava spesso, in un sottoscala non lungo da cui si accedeva alle caldaie.
Si faceva in modo di non nascondersi tutti nello stesso posto. Per cui ogni importuno veniva indirizzato altrove. Mi metto di spalle davanti a lei per nasconderla cavallerescamente spingendola contro la porta,  cercando un contatto. Le sue braccia mi cingono e le mani stringono sul mio addome e cominciano a carezzarmi su e giù. La maglietta si alza e mi tocca la pelle continuando a carezzare. Le va bene questo schiacciamento, penso io. Mi giro e l'abbraccio anche io. Niente parole. Ci baciamo freneticamente. Sappiamo di avere pochissimi secondi. Mette una mano sui pantaloni una erezione lampo e poi mormora, no, no. Le esploro tutta la schiena e il culo. Spinge l'inguine verso avanti mente rantola no, no. Però continua a spingere ritmicamente l'iguine  in avanti e mi decido. Tiro giù la lampo, esce la mia erezione e a forza la abbasso per passarla fra le sue gambe. La gonnellina si era sollevata come per magia. Le metto il cazzo fra le gambe. Stavo impazzendo e lei pure. Le mutande saldamente a posto ma, bastava così. Poco dopo lei trema a lungo e ansima, mentre io godo di quel calore che quell'angolo fra le carni di donna mi da e ondeggiamo insieme Pochissimi istanti. Vengo a fiotti. Si ferma un secondo sorpresa. Le ho bagnato tutto. Non si perde d'animo. Si abbassa la gonna e si pulisce meglio che può, sguscia via e sparisce.
Mi trovano, ma solo. Il gioco finisce. Ci ritroviamo tutti nel punto centrale. Qualcuno chiede di lei e io rispondo vagamente che "penso sia stata chiamata da casa".
Rientro anche io con la testa che ronza. Vado in bagno e mi metto a posto. Ho paura di avere le gote rosse e dover rispondere alle domande inquisitorie di mia madre.
Ma mi era piaciuto, cazzo se mi era piaciuto. Chissà cosa si prova oltre quel punto mi chiedevo con gli occhi fissi al soffitto, sdraiato sul letto e con una erezione che cominciava di nuovo ad indicare il cielo.

lunedì 10 ottobre 2011

Pausa

La mia “maestra” mi chiese: ti fanno male i reni? Io meravigliato ci pensai su. Si, è vero, mi facevamo male i reni ma l'anticipazione e l'adrenalina tenevano tutto a bada. "Si" le risposi e lei, sorridendo, col sorriso compiaciuto: "allora significa che vuoi scopare". Accidenti, ma come lo sapeva? Io non me ne ero mai accorto. Si adagiò e mi prese. Era, come sempre, bagnatissima. Io, imbranato, la lasciavo fare. Lei mirò subito ad un primo orgasmo quieto e ansimante. Solo le piccole convulsioni mi dicevano che stava venendo e la copiosità dei suoi umori. Si mosse poco dopo e mi pregò di finirla. Mi mossi in modo rapido, lo stimolo era scemato con tutta quella panna ma continuai. Venni dentro di lei e mi schiantai senza ritegno in un fremito sconvolgente. Giacemmo per un poco ma il desiderio ritornò, lei sorrideva. Mi prese in mano e mi tirò nuovamente su di se. Solo missionaria, solo così voleva. Sei giovane, sussurrò, mentre si apriva ancora. Riusciva a tirare le gambe completamente indietro, una vera contorsionista. Affondai perduto in quella offerta, lei voleva condurre il gioco. La lasciai fare al suo ritmo. Non avevo nessuna resistenza, perduto nel suo mare. Gemette piano ancora fino ad un rilassamento completo. Poi presi il mio piacere piano, come lei mi aveva insegnato a fare. Ci rivestimmo e uscimmo. Tornai in ufficio con le gote rosse. Una signora di mezza età mi diede uno sguardo schifato d'invidia. Si vedeva? Tornai a concentrarmi sul mio lavoro.

domenica 28 agosto 2011

Lo scemo

Mi stupiva sempre la mia ex con le sue uscite sul sesso e sessualità. Accadeva sempre in compagnia. In privato nemmeno a parlarne.
Ma le donne hanno una eiaculazione? aveva chiesto qualcuno, e lei: certo !
Io la guardai perché nonostante fosse capace di orgasmi esplosivi  e senza remore, rimaneva muta come un pesce, di eiaculazioni non ne avevo mai viste.
La mia prima vera amante macchiò il mio letto con una produzione copiosa ma io, lo scemo alle prime armi, non capì chi ne fosse stato l'autore. Pensai entrambi. Il fatto non si ripeté più in quel modo e ora, a distanza di anni, devo pensare che fosse stata opera sua.
Delle produzioni più o meno generose con altre compagne ma non ci facevo molto caso, nella foga del momento, non ero li col misurino. La visione di produzioni porno più o meno vere ha rivelato un aspetto della sessualità femminile fino ad allora sconosciuto. Eppure di umori e di mutande fradice ne conoscevo. In un'epoca dove il sesso era sicuramente meno libero di oggi, le carezze intime e le mutande fradice erano il risultato logico di molti incontri semi clandestini. Perfino orgasmi reciproci. Ma di eiaculazioni orgasmiche? Non solo non se ne conoscevano ma non se ne parlava nemmeno.
Oggi gli umori femminili sono diventati una misura mentale del coinvolgimento di lei, anche se ora capisco benissimo che ci possono essere differenze notevoli fra donna e donna.
Ma in mancanza di una educazione sessuale formale di base non potevo che essere scemo.

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