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giovedì 26 gennaio 2012

Sandra si alza (seconda parte)



Il giorno arriva e mi reco all’indirizzo del bigliettino. Suono e lei apre. Indossava una vestaglietta leggera per i lavori di casa e le pantofole. Era bella lo stesso. Non si potevano nascondere  le sue doti nemmeno in una vestaglia non attillata. Parliamo per un poco e poi mi indica il mobile, anzi i mobili da spostare. La madre non c’è è andata fuori città da una sorella e non sarebbe stata di nessun aiuto. Sono d’accordissimo penso, dietro un sorriso che nasconde pensieri di altro ordine.
I mobili sono pesanti e consiglio di vuotarli. Così tutto il suo guardaroba viene vuotato su letti e divani. Cassetti vuotati di tutto, incluse tutte le sue mutande, mmm, le guêpières, i reggiseno. Tutto.  Era la prima volta che passavo in rassegna  il guardaroba  intimo di una donna che non fosse un famigliare. Che pensieri potevo avere? Ma un impegno è un impegno e bisogna portarlo a termine.
Il giorno è caldo. Spostiamo i mobili e entrambi sudiamo. Io più copiosamente di lei. La aiuto a rimettere tutto il guardaroba a posto a spolverare e poi mi dice con tono perentorio di fare una doccia. Mi porge un asciugamano, una bustina di shampoo e mi porta nel bagno mi fa entrare nella vasca, tira la tenda e mi chiede di porgerle i vestiti. Cosa vuoi farne? Le chiedo. Li metto fuori a prendere aria mentre ti fai la doccia ed esce. Io mi faccio la doccia e inevitabilmente nell’insaponarmi mi viene una erezione da palo telegrafico. Meno male che è fuori, penso. Però due secondi dopo rientra con un accappatoio, apre la tenda della doccia quasi tranquilla. Quasi tranquilla perché al vedere la mia condizione scherzando mi fa; “sei sempre cosi?”. No, le dico, non sempre. Lei guarda per terra poi… si slaccia la vestaglietta e… “entro anche io” dice, mi devo fare la doccia.  Fa talmente in fretta che entra col reggiseno e le mutande che immediatamente si bagnano.  Si slaccia il reggiseno e io penso di essere di nuovo in uno dei miei maledetti sogni da incazzatura. Si abbassa le mutande e nel dare così il suo culo da incubo mi tocca. E’ vero, bagnato e caldo. Scommetto che non hai mai  fatto la doccia con una donne, dice. No, mai. Poi aggiunge che sa che io la guardo in ufficio e che la cosa dapprima le dava fastidio ma poi la mia attenzione cominciò a piacerle e faceva il possibile per mantenerla con il suo gioco delle gambe sotto il tavolo. E oggi era programmato? No, aggiunge, ci ho pensato 2 minuti fa. Mi ruba il sapone e comincia insaponarmi di nuovo. Le mani ora non insaponano, toccano tutto: gambe, culo spalle e poi da dietro mi tocca il petto schiacciandosi contro di me. I suoni seni sono contro le mie spalle e sta spingendo l’inguine contro di me. Abbassa le mani e prende la mia erezione. Mugola e comincia a masturbarmi. Mi stringe forte e fa un movimento lento regolare. Le dico che così verrò subito. Meglio, dice lei. Così dopo facciamo con calma. Di sicuro ne sapeva più lei che io. Eiaculo a fiotti sulla tenda della doccia scosso dall’orgasmo. Lei ne raccoglie un pochino e lo tocca con la punta della lingua. Buono! fa. Io sono in estasi.  Ora si insapona, mi chiede di aiutarla con le spalle ma le mie mani sono dappertutto. Poi senza dirle nulla la giro contro il muro e mi abbasso cercando la sua vulva nascosta. Mi facilita sollevando una gamba. Nonostante l’acqua la fica è ancora bagnatissima di umori. La lecco senza ritegno, bevo il miele dalla sua fonte allargo la lingua, la fica spianata, la penetro come un colibrì alla ricerca di altro nettare poi bisbiglia “sto venendo”. Mi fermo con la lingua piatta  tenendola spinta contro di me e la lascio fare al suo spasimo. Ci asciughiamo insieme, lei si sofferma sulla mia erezione compiacendosene. Poi mi infila l’accappatoio e mi conduce nella sua camera. Letto francese. Si sdraia supina con le gambe aperte. I petali dalla sua rosa in mostra fra i peli. Scopiamo! mi dice. Io volevo ancora leccarla  ma lei mi dice: dopo. Mi stendo su di lei scivolando nella fica calda ancora bagnatissima. Meno male che sono venuto poco fa, penso, altrimenti chi ce l’avrebbe fatta a durare? Il piacere è immenso. Le gambe il culo e la fica di Sandra sono dolcissimi. Ora si sta muovendo ritmicamente verso di me cercando gli affondi e aprendosi come un fiore. Che fortuna” Questa ragazza è bellissima e sa anche scopare senza ritegno. Esploderei subito ma cerco di distrarmi assaporando la  seta interna della fica di Sandra. Voglio che anche lei mi senta. Rallento il ritmo e la penetro lentamente carezzando col mio cazzo tutta quella fica bagnata e vogliosa. E’ lei che accelera poco dopo e capisco che sta per avere un altro orgasmo. La lascio fare. Entra in convulsioni, si inarca ripetutamente mentre la fica pulsa e quasi mi strangola. Dolce morte. Rallenta e le dico che voglio venire anche io. Fai, dice. La afferro per le natiche stringendole verso di me e facilitando una penetrazione più profonda. E’ completamente aperta e vuole il mio sperma. Il solo pensiero mi fa scivolare oltre la collina. La inondo di convulsioni e lei mi stringe forte baciandomi sul collo, gambe divaricate all’estremo. Passiamo il resto del giorno ad amoreggiare ancora oltre lo sfinimento.

Ci incontrammo altre volte con calma e quando si poteva. Io cambiai lavoro. Lei sposò un avvocato del suo paese e ci perdemmo di vista.
Indimenticabile Sandra.

2 commenti:

  1. Caspita....
    lo sai che mi è piaciuto molto?!!

    era da un po' che non mi eccitava una lettura...
    Pollice insù per te!

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  2. Sono contento che abbia avuto un effetto. Bacio per te.

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